La partenza ufficiale per l’attività casearia della Latteria Sociale di Sabbionara. Come atto registrato completo di staff direttivo è datato 20 settembre 1904, presidente: Salvetti Sperandio, segretario: Fumanelli Gedeone, cassiere: Campostrini Valentino. La sede del casello(sic) sarà in affitto nella casa di Luigi Emanuelli negli anni 1904 e 1905 e, sempre in affitto, in quella di Giuseppe Secchi con una locazione di cinque anni, a partire dal 20 settembre 1906. Insomma, queste origini documentate della lavorazione del latte, ci dicono che da un lato tale attività, a Sabbionara, era probabilmente esistita anche nel corso dell’ottocento, dall’altro, che un sempre crescente numero di contadini desideravano fortemente associarsi nel conferimento del latte ed erano alla ricerca di spazi e attrezzature sempre più aggiornati e sicuri. Tutto ciò sfociò nella determinata e lucida consapevolezza dei soci che, alla fine dei cinque anni dell’affittanza Secchi, sarebbe stata assolutamente necessaria una struttura autonoma, di proprietà dei soci stessi ( già saliti nel 1910 a 103), e dotata di adeguate attrezzature.
Una serie di atti, protocolli e delibere della direzione, opportunamente verbalizzati, portarono all’individuazione e all’acquisto del terreno per (sic) “l’erezione d’un nuovo fabbricato per il ricevimento e la lavorazione del latte”. Il terreno sul quale costruire il caseificio è l’orto del Sig. Francesco Battisti di Foss, che lo cede alla società per 8 corone la pertica e con il vinicolo che venga venduto ai vicini confinanti il lotto restante dopo la costruzione dello stabile, senza maggiorazioni rispetto al prezzo pattuito. L’atto di compravendita segue procedure piuttosto complesse e regolate da una normativa molto rigorosa, com’era in uso sotto il regime Austro-Ungarico. Non c’era atto né decisione che non fossero discussi dalla Direzione e da quella sorta di assemblea generale che veniva denominata “Adunanza Generale dei Soci”. Qui venivano votate le scelte più importanti ed impegnative che dovevano proiettare il Caseificio verso il futuro. Così nel 1911 il caseificio fu costruito nella sede e nelle dimensioni in cui lo vediamo ancora attualmente, in Via S. Vigilio, 25 e , pur con le numerose modifiche e le tante migliorie apportate nel corso di un secolo il suo aspetto non è mutato granché rispetto all’anno fatidico della sua edificazione.
Il 27 agosto 1911 si costituì anche ufficialmente in “Latteria Sociale di Sabbionara”. Nel 1915 il caseificio di Sabbionara faceva parte delle 14 Latterie Sociali trentine iscritte alla Federazione dei Consorzi Cooperativi provinciali ed era istituito solido nella forma, per statuti, regolamenti e contratti, e nella sostanza, per stabilità, numero di soci e quantità di latte conferito. Ciò gli permise di far fronte senza troppi danni, allo sconvolgimento provocato dalla prima guerra mondiale e di non attenuare più di tanto i processi lavorativi. Guardare sempre avanti, cercando di adeguarsi agli eventi e tenere alto il livello degli obiettivi da raggiungere: questo il motto, ma anche l’azione concreta che permisero al Caseificio una decorosa sopravvivenza durante quegli anni difficili. Il sistema organizzativo interno della società era chiamato “turnario” e si basava sul fatto che ognuno dei soci che conferivano il latte, aveva in cambio, in proporzione il burro ed il formaggio che erano l’esito della lavorazione del latte. Il latte conferito veniva registrato su apposito libretto individuale e chi in un dato tempo faceva affluire maggior quantità di latte, quel socio “caserava” e ciò significava portare la legna e aiutare il casaro nelle varie operazioni della trasformazione del latte. In seguito portava a casa il suo burro e, lasciava in giacenza il formaggio, contrassegnato con il suo numero, per riprenderselo avventa la stagionatura ( dai due ai tre mesi). Il siero era oggetto di aste alle quali partecipavano gli stessi soci e serviva come nutrimento del bestiame, soprattutto dei maiali. Scorrendo una capitolato d’asta della stagione 1930-40 si legge che il siero viene dato al miglior offerente, tuttavia l’acquirente, denominato “levatario”, doveva sottostare a regole molto precise per quanto riguardava la qualità, la quantità ed il momento del ritiro del siero. Si permetteva al “levatario” di tenere i maiali in quella stagione “nei porcili della Latteria a condizione che il cortile venisse riconsegnato in buono stato, restando a carico del levatario le spese di riparazione. L’utilizzo e la vendita del siero costituiva dunque un problema non facile, ma la Latteria si era ovviamente dotata di una porcilaia e di un cospicuo contingente di maiali che venivano commercializzati dalla società stessa.
La seconda guerra mondiale costituì una momento d’urto per l’attività sociale del caseificio e, tra le altre cose, dovette essere sospesa la regolare scadenza dell’assemblea generale; nonostante ciò la latteria continuò la lavorazione del latte rimanendo ligi alle disposizioni statutarie. Nel clima di pace della ripresa le iniziative rifiorirono e nell’assemblea generale del 10 febbraio 1946 si decise una delle ristrutturazioni del caseificio e nel corso di quell’anno l’istituzione entrava in possesso di una malga sociale su concessione comunale.. La politica di ricostituzione anche strutturale del caseificio era quella dei piccoli passi. Così il 1950 vide il rifacimento del pavimento nel locale di raccolta del latte e si riparò la caldaia a legna.
1951, il 40° della società viene festeggiato con un pranzo nella sede del caseificio
Il 18 dicembre 1958 si ebbe l’atto costitutivo della “Società Cooperativa a responsabilità limitata” e la denominazione di “Latteria Sociale di Sabbionara Centro. Non mancarono i contrasti e polemiche fino al 1964 anni in cui forte era la pressione dei soci per conferire il latte alla S.A.V. ma tra sistema “turnario” e il sistema cooperativo, alla fine prevalse quest’ultimo e fu chiaro che l’investimento migliore era quello di continuare con il funzionamento del caseificio con relativa lavorazione e trasformazione del latte. In tal modo nel giugno del 1961 la società poteva celebrare il 50° anniversario del edificazione del suo caseificio sicura di aver interpretato la volontà espressa mezzo secolo prima dai soci fondatori.
1961, viene festeggiato il 50° della società
A partire dal 1967 si fece un significativo passo avanti, con l’assunzione del casaro anche durante la chiusura estiva del caseificio. Nel tempo l’efficienza e la funzionalità del caseificio è andata aumentando, per rispondere efficacemente alle esigenze dei mutamenti sociali, per non perdere i principali appuntamenti con la storia e con il progresso, ma soprattutto per rinsaldare un’istituzione che pur uscendo dagli stretti limiti della dimensione paesana, è sempre rimasta saldamente legata ai valori della vita rurale del paese di Sabbionara. E’ così che la Latteria Sociale ha ottenuto risultati di notevole consistenza negli ultimi decenni. E li ha ottenuti perché è riuscita a coniugare brillantemente tradizione e rinnovamento, portando a compimento un processo di perfezionamento artigianale che non è mai diventato industriale. Dunque dall’iniziativa e dalla tenacia che, partendo dai lasciti di una tradizione casearia antica, ha via via percorso la strada del rinnovamento, adattandosi tempestivamente e proficuamente alle nuove tecnologie, funzionali e necessarie per ottenere una sempre migliore trasformazione del latte nei suoi diversi prodotti finiti. Per meritare questo equilibrio positivo sia di immagine sociale sia di buon uso del capitale, la direzione della latteria ha dovuto difendersi da eventuali comportanti scorretti ed ha imposto regole a volte molto rigide.
anni 60 :l’aiuto casaro Gianni Campostrini e il casaro Giovanni Panizza con il figlio Vigilio all’interno del caseificio
Per tale ragione nei primi anni Ottanta con controlli sempre più frequenti delle analisi del latte si rispondeva alla convinzione praticamente unanime che soltanto un latte di qualità può dare un ottimo prodotto finale di qualità superiore. Questo fiore all’occhiello della realtà imprenditoriale di Sabbionara, il Caseificio, continua dunque a porsi come un punto vendita di grande prestigio, ma anche di grande richiamo, non solo per la zona della Vallagarina.